La Rivoluzione Culturale 2 (Italian)

Mattia salì le scale del condominio a passo un po' lento, stanco dopo la palestra e ancora più stanco al pensiero della riunione a cui come attivista avrebbe dovuto partecipare quella sera dopo cena. Di solito si faceva tardi. I problemi da affrontare erano molti e non si trovava una posizione comune se non dopo ore di discussione. Alla fine il più deciso del gruppo riusciva a orientare gli altri e si votava una proposta più o meno definitiva.

Sarebbe voluto restare a casa. Aveva cominciato a divertirsi con la rieducazione di Paolo. Era incredibile come gli obbediva, se si pensava che era stato il suo insegnante di matematica del liceo. Un timido aggressivo, lo si vedeva teso tutte le volte che varcava la soglia dell'aula dove la classe lo aspettava al varco. Aveva subito per mesi, poi aveva tentato di imporsi con note e compiti di punizione, ma senza troppo successo. L'effetto principale era stato quello di rendersi meno sopportabile della materia che insegnava.

Dopo una fase di resistenza e di incredulità, quando cercava di tenergli testa dall'alto dei suoi dieci centimetri, Paolo aveva ceduto. Era entrato in un periodo di catatonia per uscirne totalmente docile. Adesso strisciava e si contorceva ai piedi di Mattia e non si ribellava mai agli ordini che ne riceveva, dati al solo scopo di umiliarlo e farlo regredire a una condizione infantile di totale dipendenza emotiva in cui avrebbe recepito meglio ciò che il movimento si aspettava da lui per concedergli un posto nella società nuova.